Star Wars Outlaws potrebbe essere il gioco di Star Wars che state cercando
A patto che vi piaccia Star Wars, ecco.
I giochi dedicati a Star Wars esistono quasi da quando esistono i videogiochi. Dal primo Star Wars: The Empire Strikes Back, pubblicato nel 1982 su Atari 2600, ne sono stati sviluppati a centinaia, con esiti spesso altalenanti. Per ogni X-Wing (LucasArts, 1993) di cui ci si ricorda con affetto, c’è però un tie-in mediocre e dimenticabile. Oggi ne esce uno nuovo (di gioco, non di tie-in), per la prima volta1 a mondo aperto: Star Wars Outlaws.
Di cosa si sta parlando
Star Wars Outlaws è il primo gioco di una certa ambizione degli ultimi anni che non sia sviluppato da Electronic Arts (con cui Disney aveva un accordo di partnership), e a pubblicarlo è Ubisoft. Lo ha sviluppato Massive Entertainment, che prima di questo aveva creato i due The Division e Avatar: Frontiers of Pandora, che è arrivato ed è andato via senza che quasi nessuno se ne accorgesse.
La protagonista di Outlaws è Kay Vess, una fuorilegge del pianeta Toshara che nel corso della sua avventura assembla una banda per provare a mettere a segno una rapina. Il gioco è ambientato tra L’impero colpisce ancora e Il ritorno dello jedi, e la protagonista è un calco abbastanza evidente di Han Solo. Nel corso dell’avventura si girano diversi pianeti (quattro, di cui almeno uno è MOLTO famoso), conosce un sacco di alieni dalle forme più improbabili, si viaggi un sacco sullo speeder (quella specie di motoretta senza le ruote) e ovviamente si fa un sacco di pew pew.
Massive Entertainment ha seguito con una certa fedeltà la dottrina Ubisoft sugli open world: tante cose da fare (si esplora, ci si arrampica, si corre, si spara, si potenziano cose, ci si nasconde dietro le coperture per sparare ancora, si attivano eventi, ci si destreggia tra diverse fazioni che danno accesso a missioni e ricompense aggiuntive), tante meccaniche diverse mai troppo approfondite e un occhio di riguardo alla storia e alle sue missioni principali (almeno fino a dove sono arrivato io). Star Wars Outlaws è insomma per Star Wars quello che Hogwarts Legacy è per il Wizarding World: uno spazio sicuro, familiare e piacevole pensato per compiacere i fan e farli sentire a casa, non per reinventare la ruota.
Come se ne sta parlando
Bene ma non benissimo. Mettendo la parte le recensioni che per me sono evidentemente condizionate da un bias (e vale per quelle che lo stroncano come per quelle che lo incensano), in generale l’impressione è che il gioco faccia quello che deve, pur all’interno di una struttura che ha meccaniche ludiche mai troppo rifinite e raramente innovative. Non è una critica ingiusta, ma è pur vero che trovare il punto di equilibrio in un gioco open world è estremamente complesso visto che il giocatore si aspetta di fare tante cose spesso molto diverse.
Non bisogna dimenticare poi che è un gioco su licenza, che ha finalità simili ma non identiche alle opere basate invece su universi originali. Chi compra Star Wars Outlaws, esattamente come chi ha comprato Hogwarts Legacy, si aspetta di vedere e fare certe cose, anche se queste appesantiscono il flusso del gameplay. Quando una ricostruzione di questo tipo è fedele al materiale originale e riesce a mantenere lo stesso spirito allora si è disposti a perdonare al gioco anche alcune ingenuità. Quando invece questo non succede, si è generalmente portati a giudicarlo con ancora più durezza, ignorando magari anche il buono che ci si poteva trovare. Non so genuinamente quanto questo debba essere tenuto in considerazione quando si valuta un gioco, ma ho l’impressione che Star Wars Outlaws, nell’opinione della stampa e del pubblico, paghi un po’ “le colpe” di Ubisoft e del suo modo di intendere i giochi a mondo aperto, che in molti, legittimamente, non trovano più interessanti.
Perché se ne sta parlando
Intanto è un gioco su Star Wars, che insomma, dell’interesse lo attira sempre. E poi è una produzione di alto profilo, portata avanti da un editore che vuole fare bella figura dopo essere riuscito a ottenere una licenza importante e che ha a catalogo qualche gioco che non è andato come si aspettava. Massive Entertainment poi è uno studio di talento che ha prodotto buoni giochi che però non hanno mai ottenuto un successo stellare, ed è quindi interessante capire se questo può rappresentare il definitivo salto di qualità.
Vale il nostro tempo?
Se chiedete a me, sì. Ma se anche decidete di passare, alla fine va bene lo stesso e nessuno ve ne farà una colpa. Star Wars Outlaws è un buon videogioco, a tratti ottimo, che ha il coraggio di non usare mai jedi, spade laser e personaggi iper riconoscibili per segnare punti facili, ma che preferisce lavorare sulla costruzione del mondo di gioco e delle persone/cose/alieni che lo abitano. È vero che ci sono delle idee interessanti, come il sistema di evoluzione del personaggio basato su azioni e obiettivi e non sui punti esperienza, ma non è certo quel tipo di prodotto pensato per rivoluzionare un genere. E alla fine va bene anche così, perché come dice Benedetto, l’autore di Troppo Frizzante, non c’è bisogno che tutti siano i Roberti Saviani dei videogiochi.
Nonostante trovi molte delle critiche rivolte al gioco un po’ ingiuste, dovute probabilmente più all’accumularsi della stanchezza nei confronti di alcuni giochi di Ubisoft, è comunque vero che forse è arrivato il momento di compiere qualche scelta più radicale ed entrare in un’epoca di giochi post-mondo aperto. Le prime ore dell’avventura sono state per me estremamente faticose perché mi è sembrato evidente che (io) avessi ormai raggiunto il limite di sopportazione nei confronti del genere. La lista delle missioni che si riempie e pensavo che magari la comunicazione uffiche non si riesce mai a sfoltire, il radar da attivare per trovare gli oggetti, lo schiacciare un tasto per raccogliere ogni singolo oggetto, le quest e gli eventi sempre uguali, la guida dei mezzi di trasporto sempre goffa e frustrante: tutti elementi che ritornano in ogni gioco, monolitici e immutabili come i barili esplosivi.
Poi però per fortuna sono arrivate le missioni della storia, con la loro scanzonata cialtronaggine, le sparatorie, gli inseguimenti e i dialoghi sopra le righe, la presenza costante di una musica che se anche non usa mai i temi più famosi è sempre riconoscibile e perfetta per questo tipo di situazioni. A tratti, Outlaws mi è sembrato uno dei migliori contenuti partoriti dalla serie (che non è una cosa da buttare via), ma se Star Wars non è il vostro potete secondo me non farvi grandi problemi e cercare altro.
Star Wars Outlaws è disponibile da oggi (30 agosto) per PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S.
Al di là del gioco in sè, vorrei dire che mi è piaciuta questa puntata speciale della newsletter
> si corre, si spara
non si salta? 🤔🥲